Saturday, 13 July 2013

As clouds fly, so we run




Il vento bombarda la terra di Atacama, liberando fiori di polvere senza radici. Le corolle si snudano fra le zampe dei cavalli selvaggi, tenuti fermi a forza di colpi di nervi. Heejo è un selvaggio del Takla Makan, dal manto color del piombo e occhi densi di libertà, quel nero liquido che spezzerebbe ogni catena. E' stato strappato alla sua sabbia bianca e conquistato da una ragazzina silenziosa ed assente, che sembra accendersi solo quando i suoi nervi fanno contatto con quelli di una bestia. Tennessee Miller tiene le radici di Kathan, un wild catturato vicino alla Mano. Il suo manto è bianco e gli occhi bruciano di forza irrefrenabile, olio pronto a prendere fuoco. Come sincronizzati dai colpi di vento, i due ragazzini alzano la testa verso il cielo. Le nuvole si sfilano, si deformano, viaggiano a centinaia di chilometri all'ora, volano come aquiloni fantasmi, persi dalle anime che popolavano Spartaca centinaia di anni fa, prima che la guerra distruggesse ciò che rimaneva dei sogni, quando le persone ancora erano umane. Draghi, leoni, balene e profili, bestie sconosciute e forme geometriche volubili volano sopra la testa di Mordecai e Tennessee lasciando cadere sulla terra mostri d'ombra, chiazze di freddo e pace. La prossima bestia buia sta arrivando dietro di loro, viaggiando come una nave invincibile sulla polvere sottile del deserto. Il gioco si chiama As they fly, so we run


 Gli occhi dei ragazzini si incrociano. Quelli di Miller esplorano il volto perennemente marchiato od un poco tumefatto di Mordecai. Solo una settimana prima il suo occhio nero aveva finito di sbiadire per essere riassorbito nell'impassibilità, ora porta un livido giallognolo vicino alla mascella. Miller non c'è mai quando dovrebbe esserci. Se ne assicurano sempre, gli altri. Eppure non c'è accusa nello sguardo liquido della ragazzina. La paura e la rabbia vi passano alla rapidità con la quale le nuvole attraversano il cielo di Atacama. Lei schiva quello che può. I respiri di entrambi sono strattonati dall'attesa. Calcolano, a denti stretti. Miller stringe un sorriso fra i suoi. Uno lieve, quasi impercettibile. Adler manovra una lama di luce fra gli occhi. L'ombra scivola oltre la cima del piccolo colle dietro di loro. Un cenno rapido del capo, a narici allargate. I polpacci ed i talloni, sincronizzati da un burattinaio perfezionista, sbattono nei fianchi di Heejo e Kathan. I cavalli si liberano dalla presa dell'immobilità, e si schiantano in una corsa contro l'aria, le particelle di acqua sospese nel cielo bruciato di Atacama, il vento, il tempo. Vince chi evita l'ombra.