Saturday, 13 July 2013

Building bridges, burning hope



Idaho, Spartaca, agosto 2497

I granelli di buio soffiati dal crepuscolo galleggiano nell'aria fredda della steppa. Idaho è l'ultimo avamposto prima del desterto. Dove l'erba si dimentica le radici, e procede rotolando, frantumandosi in licheni dalle mascelle strette e, infine, nel nulla. Villa Adler è in cima alla collina. Il salotto invernale dà sulla cittadina, attraverso vetri opachi che confondono la presenza di anime. Quello estivo espande le grandi vetrate e la veranda in direzione di Atacama, dove il vento grida preghiere di sabbia. La porta dello studio di Clara Adler, adiacente al salotto estivo, è stata aperta da poco. Un uomo in completo elegante, una cravatta di seta come un cappio intorno al collo, ne è uscito poco prima con il viso nero.


 Alcuni istanti di silenzio, quindi anche Clara esce dallo studio, richiudendosi la porta alle spalle. Il viso fiero è lievemente affaticato, e le mani sono percosse da un tremito nervoso discreto ma costante, mentre tenta più volte di accendersi una sigaretta con un fiammifero troppo corto. Un respiro nervoso, carico di ringhi repressi. I fili di tabacco s'illuminano come lava, ed il primo sbuffo di fumo le si sfila dall'angolo della bocca. Solo quando solleva gli occhi s'accorge che Mordecai, seduta sul divano vicino alla vetrata, la sta fissando da quando è uscita. Le labbra si distendono lievemente mentre la raggiunge e si siede, senza sfiorare la nipote. Anche quando scivola in una posizione comoda lo fa in modo composto, austero. Non guarda la ragazzina mentre parla, ma studia, fra una boccata e l'altra di catrame, l'orizznte frastagliato che precede le steppe intrise di niente.
-"Quell'uomo si chiama Ethan Chrysler."
Spiega, mentre il fumo risale per alcune spanne, prima di iniziare a disperdersi in una cortina di nebbia sopra le loro teste.
-"Ha offerto una grandissima somma di denaro per comprare la fabbrica. Ha fatto pressione  parlando della mia assenza da Helena, e di una presupposta cattiva gestione degli impianti."
Le labbra sembrano muoversi in modo meccanico, sconnesso dal resto del volto. Il modo in cui gli occhi si piegano con commozione alla luce della notte in arrivo potrebbero far pensare che stia recitando una delle poesie sacre. Gli occhi della ragazzina che ha accanto ma mai vicina, s'arrampicano per le rughe lievi che segnano i contorni della bocca della nonna.
-"Hai accettato, Grandmother?"
-"No, Mordecai. Non ho accettato."


 Clara s'allunga in avanti, a portare più vicino a sè il grande posacenere di marmo. Non libera la sigaretta dalla lunga colonna di cenere che precariamente s'ingrandisce, però.
-"Bisogna pensare al futuro, Mordecai. Ogni granello di sabbia che spostiamo oggi, può diventare una valanga micidiale fra dieci anni."
Le mani della ragazzina si tormentano in silenzio, le ossa pochi millimetri sotto la pelle. Le sopracciglia si spostano sotto la forza di terremoti repressi, lo sguardo s'allontana dalla nonna ma vi torna inesorabilmente. Non risponde. She knows better.
-"Ventitre anni fa, mi trovavo su Shadetrack, Mordecai, nell'Husìa Estate. Mister Bartflow mi aveva accompagnata per le piantagioni di tabacco in carrozza, e s'era appena concluso un pomeriggio delizioso ma affaticante. Avendo biogno di un poco di solitudine, mi allontanai dalla villa, in direzione del fiume. Poco distante dal ponte che portava verso Santa Linda, era seduto un uomo anziano, dall'abbigliamento povero e trasandato, e dal forte odore di whisky. Nonostante l'aspetto, i suoi occhi erano fieri, ed aveva le spalle dritte di dignità, sopra la schiena curva di chi ha lavorato tutta la vita. Lo avvicinai, incuriosita."
La sigaretta sul bordo del posacenere, la cenere non è ancora crollata. La riavvicina alle labbra, nemmeno avesse dimenticato che la forza di gravità potrebbe, da un momento all'alto, spocarle l'elegante abito color crema. Ne succhia un tiro profondo, analizzando il modo in cui le linee dell'orizzonte vengono inghiottite dalla notte.
-"Il suo nome era Tobias Varales. Aveva lavorato per quarant'anni come traghettatore, trasportando persone, bestie, bagagli da una parte all'altro dell'Aprendìo, il fiume che attraversa l'Husìa. Un giorno, mister Bartflow l'aveva raggiunto per discutere di affari. Gli aveva proposto di trasportare per lui, da una parte all'altra del fiume, cinquanta carichi di pietra. L'avrebbe pagato cinquecento pesos. Tobias Varales si rese conto immediatamente che si trattava dell'affare che avrebbe permesso ai suoi figli di andare a scuola, a sua moglie di comprare quell'abito buono il cui aquisto era stato rimandato per sette anni, di andare a vedere suo fratello a Sweet Waters."
La sigaretta torna al posacenere, consumata fino al filtro, una colonna di cenere che sembra aver piantato gli artigli contro ogni regola fisica. Nel momento in cui le dita di Clara Adler la lasciano, tutto si frantuma, si polverizza.
"Tobias Varales lavorò tutto l'inverno, e tutta la primavera, caricando, trasportando e scaricando enormi blocchi di pietra nella sua barca. Piú volte dovette interrompere il lavoro, per fermarsi a riparre le falle causate dal carico eccessivo. Alle porte dell'estate, aveva completato il lavoro. Ricevette i cinquecento pesos e ringrazió il buon Dio. Pochi giorni dopo, il buon Dio gli voltò le spalle, e Bartflow iniziò la costruzione del ponte. Sette mesi dopo, Tobias Varales non aveva più un lavoro. Bartflow non ne aveva da offrigliene, e lui, d'altro canto, non sapeva far altro che faticare e remare. La moglie lo lasciò, portandosi via i due figli, uno dei quali malati di tubercolosi. Tobias Varales si attaccò alla bottiglia, e non la lasciò più."
Clara Adler giunge le mani in grembo, raddrizzando le spalle, nemmeno fosse una guerriera d'argento pronta ad affrontare il buio denso fuori dalle vetrate.
"I sentieri non sono come le strade, Mordecai. Le strade vengono tracciate da persone potenti, che decidono dove la loro gente deve camminare. I sentieri sono tracciati da chi li calpesta. Più uno li sceglie, più diventano giusti. Mi ricordo da dove vengo, e seguo il sentiero."
Conclude, alzandosi in piedi, il lungo abito color crema che sembra modellato sul suo corpo di dea greca, fermo e più solido che mai alla soglia dei sessant'anni.
-"Presentati puntuale a cena."
Le ricorda, senza allungare gesti d'affetto o tessere scomode ragnatele nell'aria pulita di Idaho. Si volta, e lascia la ragazzina sola con la notte.