Saturday, 6 July 2013

Gracious tide, take me home




Mordecai Adler respira il silenzio della Sickbay. Cristobal giace ancora addormentato sul letto d'operazione, fasciato, pulito. Le mani sono percorse dalle piccole scosse nervose post-operatorie, dovute allo sforzo prolungato. Cammina fino al lavandino, riempie un bicchiere d'aqua, ribalta il capo indietro e lo svuota lentamente, con gli occhi aperti. Dormono tutti. Dorme Jack, che si è allontanata dallo sguardo fantasma di Oxossi ma non dalla Sickbay, perchè non c'è parete di metallo che tenga. Mordecai le ha sistemato una coperta addosso ed una dietro la nuca, ed ha spento il cortex dopo l'ultimo servizio sui tunnel sotterranei della penisola di Tarney, su Whitmon. Dorme Sam, fuori dalla porta, dopo aver riguadagnato i tre metri che s'è conquistato, le mani intaccate dal sangue di una persona amata. Dorme André, accasciato su una sedia, ogni angolo a sporgere sfrontato sotto la pelle. Mordecai posa il bicchiere d'acqua, e gli si avvicina lentamente.
-"André Vandoosler."
Tenta.
-"Dieu, pigne di sangue...sangue..aghi..scoiattoli, la morte!"
Il medico aggrotta le sopracciglia.
-"E' uno scherzo ironico?"
-"La guerra delle bionde..mmh..Sette, otto, otto e venti... muoiono tutti...lo....lo..lo zucchero!"
-"Stai di nuovo parlando delle sirene di Whitmon, solo che non ci sono sirene, André Vandoosler?"
-"Le balle di fieno. Putain... le balle di fieno, volano. Ovunque..No, no! no.. non gli aghi"
André si contorce nel sogno, le parole vengono sputate fuori in grumi sconnessi, distruggendo ogni parvenza di senso, o solo frantumandola ulteriormente.
-"Si."
Si risponde da sola, il medico, sfiorandone la spalla. Lo scuote un poco, ma non succede niente. I polpastrelli stringono una seconda volta, ad avvertire la vicinanza delle ossa alla pelle. Ritrae la mano nemmeno si fosse scottata, e resta a lungo ad osservarlo, mentre lui continua a narrare le vicende del magico mondo di Vandoosler. Le dita tornano vicino al suo volto. Ne tocca lo zigomo. Prima in modo appena impercettible, quindi facendo più pressione. Ritrae la mano una seconda volta, lasciandola ricadere lungo il corpo. Si volta, e cammina verso gli scaffali contro la parete.

Il profilo di Cristobal Oxossi ricamato di tatuaggi riceve occhiate regolari di controllo, mentre, in punta di piedi, il piccolo medico di Spartaca recupera due coperte, su cui poggia un pacco di soluzione nutriente, ed una flebo. Ciondola con precisione in direzione di André, appoggiando tutto sopra Cristobal, che tanto dorme,  tranne una coperta. Se la infila sotto il braccio, e, con entrambe le mani, scosta un poco la testa di André, così da potervela infilare sotto, a mo' di cuscino. Sfila l'altra, lasciando che flebo e soluzione nutriente poggino direttamente sopra Oxossi. Solleva il braccio destro di André, quello meno intaccato dall'hypospray, e lo sistema sopra la coperta. Quindi si avvicina al carrello, sollevandone una stanga. Vi appende la sacca di soluzione nutriente, lasciando il tubetto gommoso pendere fino all'altezza della mano di André. Scarta la punta dall'impacco sterile, e, studiando con occhi attenti il sentiero delle vene del tracker, ve la infila dentro in un movimento fulmineo, ma delicatissimo. Vandoosler si smuove appena, agitandosi in un sogno che viene bombardato dall'esterno. Qualcosa sulle pigne che fanno male, e sulle balle di fieno che prendono fuoco per aria. Il medico aspetta, fissandone il viso in silenzio. Quando sembra essersi calmato, connette la punta al tubetto, attivando la flebo. Il liquido inizia la sua discesa inesorabile verso le vene di Vandoosler, a mescolarsi alla switch, agli incubi, alla paura, alla colpa. Liquido pulito, cristallino quando le iridi impietose di Mordecai Adler. Indietreggia di qualche passo, restando a fissarlo. Conta le gocce, perchè rilassa la testa, e la pulisce, un po' come fa con il sangue di André. Il tatuaggio si è fatto più presente. Come se sulla schiena portasse il fantasma pesantissimo di Silke, e non solo una sua immagine. Accade ogni volta che ne parla, ogni volta che la ricorda. Ma non smetterebbe mai di farlo. Solo quando la sacca è vuota sfila la punta dal braccio di André, ed allontana la stanga della flebo. Solleva il suo braccio dalla coperta, che dispiega. Deve alzarsi in punta di piedi perchè il fondo non tocchi terra. La sistema addosso al tracker, coprendolo come un campione di corsa ai sacchi. Annuisce soddisfatta, lo sfiora sulla testa, se ne torna verso la branda. Un'occhiata all'orologio appeso alla parete: un quarto alle cinque del mattino. Ancora dieci minuti, e Renee comparirà per parlare di aquile e falchi. Si siede, gli occhi ricadono con sorprendente inesorabilità su André. Respira a labbra socchiuse.
-"André Vandoosler, sai qual'è il colmo per un pistolero di Shadetrack?"
-"Il fum..Il fumo si disintegra.. e le..le pigne bruciano. E muore il sangue. Mh. Dieu, il sole manda in fiamme le.. anime. Tutto. Dieu, bon dieu."
-"Te lo racconto domani, allora."

You wanted a piggyback
Well I lost my spine
And I dreamt of awful things
Like company and physical interaction

When you went missing
Well I looked almost everywhere
I sailed the seas
You were never even there
You were never even there
No you were never even there
No you were never even there

Thought I'd see you next night
You were nowhere to be seen
And of course that's probably best
Cus it wasnt such a nice dream

When you went missing

Well I looked almost everywhere
I sailed the seas
You were never even there
You were never even there
No you were never even there
No you were never even there